Anche tu, probabilmente grazie al tuo lavoro, hai imparato a conoscere Internet e la Rete negli ultimi anni. Magari lo utilizzi anche per tenerti in contatto con parenti e conoscenti attraverso i social network, ma difficilmente per un adulto, Internet assume la centralità che invece ha nella vita dei ragazzi e delle ragazze, a partire da un’età che sta diventando sempre più bassa. Internet è ormai parte costituiva della loro identità sociale e personale sotto molti punti di vista, secondo significati e modalità diverse a seconda dell’età e di altri fattori: sociali, psicologici e culturali. La Rete offre la possibilità di condividere interessi e aggregarsi ad altre persone con sensibilità e passioni simili, superando con la velocità di un click i confini spaziali e geografici.
Infine, grazie alla Rete, possono approfondire e conoscere meglio argomenti, temi e fenomeni del nostro mondo e del passato, con una velocità di risposta che nessuna enciclopedia è in grado di fornire. Accanto a questi aspetti, come di consueto, ne esistono altri di natura più problematica sui quali è opportuno che i genitori focalizzino la loro attenzione educativa. Esiste il rischio concreto di isolarsi dal mondo reale e rinchiudersi in una sorta di “nicchia mediatica”. Navigando su Internet i ragazzi possono imbattersi in contenuti falsi e mistificatori, oppure essere influenzati da valori e modelli di comportamento inadeguati o dannosi, diventare vittime di cyberbullismo o essere adescati da adulti potenziali abusanti.
Rispetto a tutti questi rischi, più o meno concreti, non va trascurato l’atteggiamento dei genitori, che possono manifestare ansia e preoccupazione, limitando il dialogo con i propri figli e ricorrendo in modo esclusivo a comportamenti basati sulla sanzione e la punizione. Vi è quindi anche sul tema di Internet l’esigenza di conoscere meglio i fenomeni e di apprendere qualche possibile pista educativa, che può risultare utile nello svolgimento del proprio ruolo genitoriale.
Come interpretare la situazione?
La navigazione dei propri figli su Internet è spesso fonte di scontro in famiglia, e questo per una serie di motivi:
- Perché il tempo e le attività che i ragazzi svolgono in Rete sfuggono al controllo dei genitori e questo può causare serie preoccupazioni (a quale tipo di contenuti si trovano esposti? In quali contatti possono incorrere?)
- Perché sembra che il tempo trascorso navigando in Internet distolga i ragazzi dallo studio o da altri tipi di impegni;
- Perché sembra che navigando su Internet si allontanino dalla vita reale;
- Perché non si riesce a capire come facciano a stare tanto tempo online e soprattutto perché lo fanno.
A molti genitori, in particolare quelli più ansiosi o quelli che hanno un atteggiamento di diffidenza verso la reale “utilità” di Internet per i propri figli, può capitare di utilizzare Internet come strumento di persuasione o di punizione. Non è altro che una versione moderna del vecchio sistema “bastone e carota”, che in passato si serviva di altri mezzi (l’uso del telefono, il permesso di uscire la sera, la visione di programmi televisivi, il divieto di utilizzare il motorino, ecc.). Eppure, con un po’ di realismo è facile capire che:
- Arginare la diffusione di Internet tra i giovani è praticamente impossibile;
- Internet è ormai parte costituiva dell’identità sociale e personale dei ragazzi: i ragazzi che non hanno la connessione in casa o ne sono privati per punizione, soffrono di tale privazione e si sentono lesi nei loro diritti perché: “se non sei collegato, sei tagliato fuori”.
Infine, ricordiamoci che quando si va male a scuola o non ci si impegna abbastanza, non è soltanto colpa di Internet: può capitare anche a te di rendere meno sul lavoro, soprattutto se stai passando un momento difficile. Anche se oggi le preoccupazioni dell’età infantile ti sembrano poca cosa, dovresti cercare di ricordare che allora ti sembravano di importanza vitale. Uno scarso rendimento a scuola può essere un campanello d’allarme, che dovrebbe farti riflettere sulle possibili cause di tale disagio.
Piste educative
Sull’opportunità o meno delle punizioni ci sarebbe tanto da dire. In questa sede non intendiamo né incentivarne né scoraggiarne l’utilizzo. Ci limitiamo soltanto a offrire qualche spunto di riflessione, che può aiutare a capire cosa significhi utilizzare Internet come strumento di punizione: a) su Internet ci sono tante cose utili, che possono interessare e favorire la crescita dei tuoi figli: staccare la connessione alla rete significa privarli di queste possibilità;
- b) tieni conto che se tu genitore torni indietro sulle decisioni iniziali e neghi l’accesso a Internet, questo può essere considerato ingiusto: “cambi le regole del gioco” mentre il gioco è ancora in corso;
- c) se togli il computer o stacchi la linea Adsl, mentre tutti gli altri amici continuano a utilizzare Internet, i tuoi figli potrebbero trovare vie alternative, lontane dal tuo sguardo, per continuare a navigare (recarsi presso un Internet Point, utilizzare il PC di amici).
In questi casi, il contesto “clandestino” in cui utilizzeranno la rete potrebbe favorire comportamenti trasgressivi e potenzialmente a rischio.
Qualche piccola accortezza:
- È opportuno che tu stabilisca in partenza che l’utilizzo della Rete richiede una maturità che va dimostrata sul campo. Quindi, in caso di comportamento scorretto in Rete, nel fare i compiti o anche su altri fronti, potresti trovarti nella posizione di dover attuare una serie di restrizioni nell’utilizzo di Internet;
- Aiuta tuo figlio o tua figlia nei compiti, anche utilizzando il computer per fare delle ricerche su Internet, insieme a compagni e compagne di scuola;
- Il computer può essere utilizzato come risorsa per incentivare i ragazzi a impegnarsi di più nella scuola
Media dizionario
I social network sono quei siti che permettono a gruppi di persone di connettersi tra loro via internet. In sostanza, chi si iscrive può entrare in contatto con chiunque frequenti lo stesso ambiente virtuale. Si formano così gruppi di persone che possono essere aggregati per conoscenza casuale, per rapporti di lavoro, per vincoli familiari, ecc. Una volta stabilito il contatto, le persone utilizzano il sito per chiacchierare e condividere foto, video, pensieri e altro. Le piattaforme più diffuse sono: Facebook, Instagram, Twitter, Musical.ly, ecc. Tra le problematiche più dibattute che riguardano questi nuovi strumenti della comunicazione si annoverano quella della privacy (al momento dell’iscrizione sono richiesti molti dati personali) e le questioni che riguardano i minori.
Il filtro è un software che stabilisce quali contenuti sono disponibili su un singolo computer o su una rete; può servire a prevenire la visione di contenuti inadeguati all’utenza più giovane. Ne esistono di vari tipi: walled garden o biblioteca di casa, ha un numero di siti limitato a cui si può accedere, tutto il resto è escluso (white list: è il contrario della blacklist e identifica una lista di siti cui è concesso l’accesso, mentre tutti i siti non presenti in elenco sono automaticamente bloccati e inaccessibili, a meno che non si conosca una password.); parental control è un termine inglese che viene tradotto con l’espressione filtro famiglia. Si tratta di un sistema software attraverso cui è possibile selezionare le pagine su internet in base ad alcuni criteri. Con questo sistema è possibile evitare l’esposizione dei bambini a contenuti considerati inadeguati da parte dei genitori. Può essere fatto in due modi:
- direttamente sul computer di casa: il software installato fa una rapida scansione della pagina che si apre e valuta, in base ai criteri definiti dall’utente, se visualizzare la pagina o meno;
- attraverso l’Internet Service Provider (ISP, che fornisce la connessione) che offre un servizio di blocco delle pagine ritenute inadeguate in base ad una lista nera di siti (black list).
Per far parte di un social network è necessario iscriversi, inserendo in un’apposita pagina alcune informazioni personali. L’insieme di queste informazioni (età, sesso, nome o nickname, indirizzo, scuola, immagini e video) costituiscono il profilo e possono essere visibili da tutti gli altri utenti del social network oppure solo da utenti selezionati se si decide di rendere il proprio profilo privato. A questo proposito è assolutamente importante riflettere bene sulla scelta dei dati personali che si vogliono rendere pubblici.
Nonostante questa definizione, in realtà non è corretto parlare di “furto”, poiché l’identità in sé non può essere sottratta; ciò che si verifica è la sostituzione di persona, ossia un soggetto finge di essere un altro al fine di trarne un vantaggio solitamente di natura economica. Nel caso degli adolescenti, il furto viene fatto più comunemente per compiere azioni di cyberbullismo. Da un punto di vista legale la sostituzione di persona è sanzionata dal codice penale all’art. 494, ma, nel caso non riesca a dimostrare l’avvenuto furto d’identità, la persona vittima dello scambio può andare incontro a diverse conseguenze in caso venga ritenuta responsabile delle azioni criminose.
È un’attività criminale che si svolge in rete finalizzata ad acquisire informazioni sensibili (nome utente, password, dettagli della carta di credito) fingendosi entità o persone affidabili.Viene attuata per lo più via e-mail, fingendosi, per esempio, una banca o un’agenzia di pagamento via web che richiede informazioni.